lunedì 27 ottobre 2014

ma quale RITMO......

La partita è il momento della verità (non esiste solo nel triangle offense caro Nick...), dove vengono messi alla luce pregi e difetti di singoli e squadra , di organizzazione, di staff , di comunicazione.
Ci sono una infinità di particolari che, in quanto tali, spezzano ciò che è così grande , come una partita, in una miriade di tessere di un bellissimo mosaico.
Si possono dare tantissime interpretazioni ad una gara, nate da chi osserva, quindi da cosa vede e da quel che è predisposto a criticare ed anche giudicare.
La mia visione della gara è spesso troppo limitata, perchè condizionata dal mio stato d'essere, da ciò che ho visto fare ai ragazzi in settimana, dalle mie, a volte, enormi aspettative.
Io penso che troppo frequentemente non consideriamo, durante la gara, uno degli aspetti principali, ovvero : esistono gli avversari.
Cosa può significare "LA PARTITA " per un giocatore?
Prima di tutto sgomberiamo la mente, non paragoniamo il pensiero di un bambino, un adolescente a quello di un adulto.
Per noi la PARTITA è un momento di verifica, ci crea agitazione, la viviamo con, chi più chi meno, apprensione; il risultato ci interessa, vogliamo constatare se siamo stati sufficientemente bravi con i ragazzi e, quindi, se il lavoro svolto è stato recepito e trasformato.
Per i  RAGAZZI è il momento in cui si gioca! Ci sarà apprensione, agitazione, ma poi in campo si gioca e basta.
La pressione che i ragazzi sentono è in parte "naturale" creata dall'evento in se, ma molta nata da noi. Non dico che sia sbagliato, anzi.... Penso che occorra creare delle difficoltà ai ragazzi, superate le quali sarà tutto un po più semplice.

La partita giocata Domenica mi ha colpito per moltissime cose, tra le quali :

1- RITMO "DEL GIOCATORE"
2- RITMO "MENTALE"
3- RITMO "ESTERNO"
4- RITMO "DI SQUADRA"

Inutile che dica quanti errori ed orrori abbiamo commesso; è stata una partita tecnicamente bruttissima, non giocata bene, di livello non alto. Questo, a mio avviso, è dovuto soprattutto, oltre alle capacità tecniche, ai 4 punti sopra citati.

Che cos'è il RITMO nel BASKET prima di tutto? Lo definirei in questi termini: "il modo con cui si usa il tempo". Se riflettiamo su questa espressione è facilmente intuibile quanto sia difficile questo gioco. Ogni singolo elemento della partita, giocatore, arbitro, allenatore, pubblico, utilizza il tempo, ritmo, in modo diverso. Pensate al gesto del tiro, ad un contropiede oppure ad un recupero difensivo, ad un time out, ad un fischio dell'arbitro, per far qualche esempio.
Per ritmo del giocatore, intendo il tempo ed il modo in cui questo compie un gesto qualsiasi. Un tiro, un passaggio , uno scivolamento...
Per ritmo mentale, intendo il tempo con cui ogni singolo giocatore impiega a PENSARE ad un determinato movimento o situazione, e quindi il tempo che utilizzerà per risolvere un qualsiasi problema.
Il ritmo esterno è il ritmo "subito" da elementi esterni, quale, in primis, la squadra avversaria, seguita poi dagli arbitri ed anche, importante quanto gli avversari, dai propri allenatori. Ogni allenatore ha uno stile, un sistema, in cui vi sarà un ritmo. Questo sarà congeniale al ritmo dei ragazzi?
Il ritmo di squadra è il ritmo con cui un gruppo di giocatori trova giocando insieme, sia in attacco sia in difesa. E' determinato dal gioco stesso, ed è una variabile complicata dal riconoscere le situazioni.
In tutte le componenti TEMPO, il ruolo dell'allenatore è fondamentale.
Se ci pensate, in tutte le quattro macro famiglie (probabilmente ce ne sarebbero altre) noi ALLENATORI abbiamo grandissima influenza. Far compiere un gesto di tiro corretto è obiettivo di un allenatore. Insegnare la capacità di scegliere in modo rapido lo è altrettanto così come fare una difesa di squadra ecc..ecc.
E' compito nostro capire quale sia il ritmo correto con cui fare le cose, contropiede , gioco a  ecc, ecc, in funzione di tutti i giocatori. Ad aggravare questa difficoltà, oltre alla eterogeneità dei singoli individui, vi è che il basket è fisiologicamente, per caratteristiche intrinseche uno sport a-ritmico, in cui si alternano momenti di pausa a momenti di grande rapidità , ed altri ancora in cui invece si cammina.
Il mio ex collega Andrea aveva, e penso abbia ancora, tra le tante capacità, comprendere quale ritmo il suo gruppo dovesse tenere. Il risultato era non una vittoria in più, ma sicuramente il miglioramento singolo e di squadra, finalizzato poi ad un gioco molto gradevole da vedere.
Noi, ahimè, in questo momento giochiamo male...quindi una delle cause è facilnmente intuibile.... good job guys

wannes


giovedì 23 ottobre 2014

Chi trova un AMICO trova un TESORO...

Chi possiede l'amicizia di un piccolo, o grande "più o meno peloso", ha la possibilità di provare alcune emozioni che difficilmente si possono in altro modo "sentire".
Alla mia vita si sono aggiunti un grande amico "canide" a 4 zampe che ormai non c'è più, Magic, un altro amico "canide" che ora vive con me, Oliver, ed una amica "felina" che purtroppo ho lasciato (in ottime mani) troppo presto, Mia.
Tre amici diversi, unici, con loro peculiarità di cui non ci può dimenticare.
Magic, il mio grande amico "Australiano", ha vissuto con me tanti anni. L'ho incontrato per la prima volta quando aveva pochi giorni di vita e si è trasferito con noi (vivevo ancora in famiglia) con neppure 2 mesi .
Si è subito distinto per alcuni atteggiamenti; cane fiero, serio, ma a cui piaceva ridere, perchè un sorriso, si proprio un sorriso, non l'ha mai negato a nessuno. A volte duro, ma un cuore grande come il mondo.
Sono tanti gli episodi che mi accompagnano ancor oggi, indelebili nella mia memoria. Alcuni sono molto significativi, tutti unici.
Ricordo un giorno in cui non stando bene, ed abitando, finalmente, solo ma fuori da Vercelli, sono andato al pronto soccorso. Posso affermare che Magic mi ci ha letteralmente  "portato"; se avesse potuto guidare l'auto l'avrebbe fatto, ma, sfortunatamente, non è riuscito a metterla in moto. Un infermiere...!!!
Un giorno di primavera mi trovavo in centro e nel momento in cui giriamo l'angolo sentiamo una voce che dice "Ciao Magic" ; stop !!!! Non contento è voluto tornare indietro, sporgersi e controllare ; un grande sorriso gli riempie il muso contraccambiando il saluto della sua amica così educata. Un lord...
Un bellissimo giorno d'estate ci siamo recati in montagna in compagnia di mio fratello Alex, e le rispettive fidanzate. Abbiamo trascorso qualche giornata, ricche di sole e paesaggi. Durante una passeggiata, per me impegnativa per Magic un vero riscaldamento, il cucciolone ha fatto su è giù per tutte le stradine 100 volte salutando tutti..dico tutti!!! Cordiale!!!
Un amico unico, un amico speciale, un essere che ha distribuito felicità, un sorriso ed una carezza!!! Alla fine, se ci penso, era lui ad accarezzare noi.
Purtroppo Magic è mancato il 30 luglio 2013...è stato il giorno più brutto della mia vita. Una piccolissima parte di me è volata via e non vi è giorno in cui un pensiero va a quel meraviglioso Amico.
Retoricamente parlando...la vita prosegue e dopo un breve periodo arriva Oliver, sempre un "Australiano"... ed è questo un arrivo un po casuale; in famiglia vi era l'abitudine di avere accanto un amico peloso, e si sentiva la mancanza di qualcuno che ti respirasse nell'orecchio. Arriva.... Oliver , OLIVER ..OOOLLIVVERRRR...
Anche lui giovanissimo con meno di 2 mesi di vita..
Penso che il concetto di vita per Oliver sia: a casa si dorme...fuori si GIOCA....ed il gioco lo decido IO!!
Oliver, cane giovane, esuberante, possessivo, abbaione, attaccabrighe con i maschi ( non umani..sia chiaro ), ma felice ed allegro!! Lo si fa correre ed è il cane più felice del mondo. Lanciategli una pallina e vi sarà fedele... fino a quando qualcun altro non farà la stessa cosa !!!! ahahaha
Oliver è veramente impegnativo. Non per i giri, gli orari , insomma per quelle cose che chi possiede un cane deve normalmente fare.. Oliver è impegnativo perchè é Oliver!!! Sguardo fiero, occhi svegli, bocca pronta a "pinzare", tirare ed abbaiare. Fisico asciutto, un vero atleta. Andar di corsa è la normalità!! Abbiamo fatto il corso addestramento di base ed alla frase detta dall'istruttore (Ettore) dopo la quinta lezione " Sono seriamente preoccupato", mi son sentito un anziano stancooooo...
Oliver rappresenta un percorso di vita in cui la pazienza viene messa continuamente alla prova..ma..e si, c'è anche un ma...è un tenero amico che ti abbraccia con le sue lunghe zampe, salutandoti e baciandoti. Diventa un tenerone e per un "grattino" sotto la pancia rinuncia persino ad un dolcetto (forse questa è troppo grossa...). Il percorso con questo ormai cucciolone è ancora in pieno svolgimento...ogni giorno ci guardiamo negli occhi ed un po ci parliamo...lui insiste col dirmi " Fammi correre"...io rispondo " Sono vecchioooooo"..
So pochissimo di cani, non sono bravo ad educarli, ma qualche cosa l'ho imparata, e l'ho imparata osservandoli ed ascoltandoli.  Mi hanno insegnato che ogni giorno è un buon giorno per respirare a pieni polmoni, per fare qualche cosa di utile, anche una corsetta è sufficiente. Mi hanno insegnato che nella vita occorrono regole, ma che siano date e rispettate con gioia. Mi hanno insegnato che il lavoro e la voglia di vedere ed imparare sono fondamentali. Mi hanno insegnato che la dignità è importante. Che un sorriso lo si da a tutti, che, tutto sommato, non servono tante cose per essere soddisfatti....
Se sentite il desiderio di avere un vero amico, sensibile e disponibile, con esigenze importanti, che si sacriferebbe per Voi; se avete bisogno si essere amati, di essere abbracciati; se avete bisogno di dare qualche cosa di voi, di sentirvi importanti , di essere responsabili...beh..un amico a quattro zampe è impagabile
Ma attenzione..non è un giocattolo, ha bisogno di voi quanto voi di lui. Non esiste la domenica per dormire, il sabato per uscire o l'estate per lasciarlo ad un amico...lui è a casa che vi aspetta ..con quegli occhi..con quella fierezza, con quella voglia di star con voi che solo un amico a quattro zampe può avere.

Magic
Oliver

domenica 19 ottobre 2014

Il TIRO....che lezione!!!

Venerdì sorso ho partecipato ad una riunione formativa organizzata dalla società Junior Casale, all'interno di un progetto chiamato " Novipiùcampus"... Mi scuso in anticipo se queste informazioni sono errate o non complete.
All'interno del progetto societario fanno parte diverse società ( Olimpo Alba, College basket, Genova...etc tec..) e vengono organizzate  meravigliose riunioni con docenti di altissimo livello a cui tutti sono invitati.
Questo primo incontro è stato tenuto dal bravissimo coach Marco Sanguettoli, allenatore di casa Virtus Bologna, scopritore e formatore di moltissimi giocatori importanti; mi viene in mento Marco Belinelli.
Nella lezione sono state date molte informazioni FONDAMENTALI nella didattica di insegnamento del gesto tecnico del TIRO, ed anche della conoscenza dello stesso.

All'interno di un lavoro eseguito in società è importante uniformare la didattica di insegnamento; il prodotto finale sarà la somma dei singoli prodotti di tutti gli allenatori che hanno partecipato alla formazione del giocatore. Chiaramente ogni allenatore avrà i propri metodi e peculiarità, ma gli obiettivi devono essere comuni. Importante essere creativi.
Il tiro è senza dubio un gesto molto complesso, soprattutto dal punto di vista motorio.
I fondamentali, normalmente, vengono insegnati con metodologia "globale" per poi passare, in età intorno ai 15 anni,  all"analitica". Nel caso del tiro, sin dalle prime categorie (UNDER 13) occorre procedere analiticamente. I ragazzi sono già mentalmente pronti per ricevere informazioni più dettagliate.
E' indispensabile che ogni allenatore abbia una perfetta conoscenza del gesto ideale a cui voler tendere. Nel contempo occorre capire ed adattare la tecnica alle caratteristiche individuale dei giocatori. Creare quindi una "mentalità del tiratore", finalizzata non solo alla fase realizzativa ma anche alla capacità di "autoallenarsi".

Ci sono più classi di tiratori tra le quali:
  1. Tiratori con cattiva tecnica che non che fan canestro = correggere ed insistere per il miglioramento
  2. Tiratori con cattiva tecnica  ma che fan canestro= tentare di correggere ma senza insistere. 
  3. Tiratori con ottima tecnica che non fan canestro = allenare la quantità
  4. Tiratori con ottima tecnica che fan canestro= allenare la quantità 
Nel primo caso si lavorerà sulla qualità e quantità.
Nel secondo caso si tenterà di lavorare sulla qualità (senza insistere) passando però alla quantità. Gli altri casi elencati sono da sviluppare con grande numero di tiri tentati, badando moltissimo all'aspetto psigologico (fiducia)

Già in categoria UNDER 13, in una settimana di allenamento ipotizzata di 4 ore e 1/2 oppure di 6 ore, in Virtus Bologna si dedicano almeno due mezz'ore alla tecnica di tiro.
E' opinione del coach che sia sul fondamentale del TIRO ( devo rifletterci..) sia su quello del PASSAGGIO (condivido) occorra lavorare subito nelle basse categorie analiticamente.
Un coach deve avere molta pazienza e procedere all'insegnamento gradatamente (PROGRESSIONE DIDATTICA)
Il partire così presto nell'insegnamento dei dettagli, è motivato dal fatto che cambiare una abitudine sbagliata è molto più complicato ; essendo il TIRO un gesto motorio complesso e personale, meglio inserire subito delle buone abitudine.
L'uso della forza per spingere la palla non è un gesto che nasce solo dalle gambe ma da un effetto coordinativo. Essendo quindi il tiro un gesto che parte dai piedi sino ad arrivare alla distensione delle braccia ( catena cinetica) , maggiore è la coordinazione, minore saranno i problemi di FORZA/SPINTA della palla. 
Nell'insegnamento del gesto è molto importante "L'APPROCCIO VISIVO". La prima forma di comunicazione è "visiva", quindi si possono utilizzare tutti i mezzi di registrazione video. Il telefonino, con le camere, possono essere un mezzo immediato.

I dettagli su cui lavorare nella tecnica di TIRO sono :
  1. EQUILIBRIO;
  2. DITA;
  3. SPINTA GAMBE;
  4. PARABOLA DEL TIRO;
  5. AUTOMATIZZAZIONE DEL GESTO;
  6. POSIZIONE DI BASE (FONDAMENTALE) , FUNZIONALE A TUTTI I FONDAMENTALI.
Alcuni riferimenti :
  • punta del ginocchio su scarpa;
  • sedere in fuori;
  • busto inclinato;
  • braccio in linea ginocchio e punta scarpa;
  • gomito sotto la palla;
  • mano forte con dita che "guardano" verso l'alto;
  • mano debole di fianco
Se parliamo di tiro, occorre parlare anche di arresti. In tutte le situazioni non dirette a canestro, ma quelle in cui vi è un giro o torsione è insegnato l'arresto a 2 TEMPI. Questo perché :
  1. controbilancia l'inerzia della corsa;
  2. è più rapido.
E' importante la VERTICALITA'. Se il vostro giocatore salterà lateralmente o in avanti questo significherà che l'arresto e la spinta non è corretta. Importante quindi insegnare che l'appoggio è di tutta la pianta del piede (con i talloni scarichi). Il piegarsi sulle gambe  è un dettaglio altrettanto importante.

Alcuni esercizi:
- correre ed arrestarsi a 2 tempi mimando il tiro (prima orizzontale e mi arresto. poi con una curva ) . 
- posizione fondamentale. Distensione (veloce) del braccio "forte".
- posizione fondamentale. Presa con 2 mani. Tengo la palla con m.f. ed appoggio la debole (1+1)

Importantissimo il dettaglio della mano debole. La m.d. non deve "lavorare" tranne che per la presa e il tirar su la palla.  La presa della palla è notoriamente eseguita con i pollici convergenti , vicini. Durante il movimento di tiro, la palla viene caricata sulla mano forte mentre la mano debole "scivola" lateralmente. Dopo l'esecuzione del tiro, è importante vedere con la m.d. non abbia fatto alcun movimento (torsione/chiusura etc etc) E' questo un particolare su cui lavorare.

- posizione fondamentale. Presa con 2 mani. Alzo palla in movimento di tiro. Ri abbasso la palla passando in posizione di presa palla per ritornare alla posizione di tiro;
- da posizione con piedi asimmetrici, raccolgo la gamba dietro e tiro;
- da autopassaggio lancio la palla, faccio piccoli scivolamenti per andar prendere la palla e tiro;
- a coppie . Piccola corsa e ricevo passaggio (schiacciato) , arresto a 2 t e tiro.

TIRO IN SOSPENSIONE
- saltelli (3/4) usando soprattutto le caviglie , con palla alta;
- saltelli avanti/indietro (3/4) , con palla alta;
- saltelli dx/sx (3/4), con palla alta.
Il ritmo dei saltelli dev'essere lo stesso. E' tendenza dei ragazzi cambiarlo nell'ultimo in preparazione del tiro.

TIRO DAL PALLEGGIO:
- partenza incrociata ed arresto (due tempi). Un palleggio. Il palleggio è contemporaneo al primo piede di appoggio dell'arresto.
- partenza incrociata ed arresto (due tempi). Due palleggi. Il palleggio è contemporaneo al primo piede di appoggio dell'arresto.
Interessante il dettaglio del posizionamento della palla nel momento in cui il giocatore si trova prima di partire. E' solito ( o lo era) insegnare il posizionamento della palla lateralmente per poi spostarla a seconda della scelta fatta. Coach Sanguettoli afferma che il posizionamento dev'essere centrale. In tal modo si può partire da entrambe le parti ed eseguire tutte le scelte possibili.

VELOCIZZARE IL TIRO
- a coppie, giocatori di fronte. Il difensore può stoppare , l'attaccante sceglie quando tirare.

TIRO DA TRE PUNTI
- difensore sul vertice basso dello smile, dl lato opposto all'attaccante. Un appoggio in lunetta. Attaccante ala opposta. Il dif. passa all'appoggio e corre a stoppare. L'appoggio passerà all'attaccante, il quale con piccoli passi di scivolamento andrà verso la palla.

La lezione di coach SANGUETTOLI, è stata semplice, facilmente comprensibile, stimolante ed oggetto di scambio di informazioni. E' stato tutto ciò che ci si aspetta da una lezione di formazione.
La tematica , nella sua semplicità (parlavamo di didattica di tiro) mi ha dato moltissimi stimoli, facendomi pensare e di conseguenza, spero, migliorare. 
Oltre a tutte le informazioni utili arrivate, la lezione mi ha rafforzato il concetto che "CHI E' PREPARATO FA LA DIFFERENZA". Ascoltare il coach e guardare i suoi occhi, così vivi, ti fa capire quando la passione per questo sport, unita alla enorme sapienza ed esperienza, non possono che portare risultati nei propri giocatori.

Wannes

venerdì 17 ottobre 2014

...quel che è di CONTORNO..

Torniamo da Torino, sponda Kolbe/Cus, con una vittoria. La partita è stata giocata bene a tratti, malissimo in altri momenti, molto bene in altri ancora. Qualche passo in avanti, con la squadra al completo per la prima volta, tranne naturalmente Edo, il quale ne avrà per tutta la stagione.
Della questione tecnica, non voglio parlarne, sarei ripentivo; mi interessa dire qualche cosa dal punto di vista regolamentare.
Mi piacerebbe conoscere cosa dice il regolamento per quanto concerne :

1) quanto tempo prima devono essere in palestra gli arbitri;
2) quando si deve fare "riconoscimento" dei giocatori;
3) quando il cronometro che deve scandire il tempo mancante all'inizio partita dev'essere attivato;
4) tra il primo e secondo tempo, quando gli arbitri devono rientrare.

Sono domande che nascono perché in ogni singola partita, a seconda di chi ti arbitra (non parliamo di mini-arbitri) , le cose cambiano, e forse è giusto così.
Ieri sera, ad esempio,vil riconoscimento è stato fatto 15 minuti prima della partita, quindi in pieno riscaldamento (fase centrale) con, tra l'altro, il mio dubbio sull'inizio della gara. Sono entrati in palestra 13 minuti prima dell'orario previsto, con ancora strumentazione da controllare. E' regolare questa cosa ? sinceramente non lo so. Vorrei domandarlo, ma a chi ?
So che per le squadre, vere protagoniste della partita, questo è un problema.
Tra il primo e secondo tempo siamo tutti nelle relative panchine, e vediamo entrare gli arbitri ed ufficiali di campo ad 1 minuto dall'inizio del secondo tempo. E' regolare ? non lo so.
A parte questi particolari, su cui possiamo anche sorvolare (io no, non ce la faccio...ma è un mio problema) mi domando, ritornando all'inizio del post, perché ogni volta vi è un modo diverso di gestire la gara. Vorrei solo sapere per spiegarlo ai ragazzi.
Io, che sto diventando vecchio e sempre meno paziente (colpa di Oliver) fatico e spreco energie, nel pensare che tutti vogliano essere precisi e professionali. Per me (sono esagerato) è una grave mancanza di rispetto nei confronti dei ragazzi, i quali, ripeto, SONO I PROTAGONISTI ed, essendo tali, occorrerebbe operare per non intralciarli; interrompere un riscaldamento nel momento centrale è un grosso intralcio. Poi, se sbaglio, ed avrò idee più chiare, non perderò un secondo a preoccuparmi di questa cosa e sarò convinto che, essendo giusto così, tutti rispettino il lavoro altrui.
Non voglio parlare del livello tecnico ne dell'atteggiamento; tutti commettiamo errori, io ed i miei ragazzi moltissimi. 
Perché, e lo chiederò fino a quando allenerò, non ci si comporta tutti, e dico tutti, in modo tale da favorire i ragazzi? Ci sono già gli allenatori che durante la gara "stressano" i giocatori; ci sono gli avversari, c'è quel maledetto canestro in cui la palla non vuole entrare. Facciamo meglio le piccole cose di "CONTORNO".
Fate un sorriso al ragazzo che sbadatamente ha lasciato la maglietta fuori, non interrompete il riscaldamento quando i ragazzi stanno concentrandosi. Date riferimento di tempo; tutti i ragazzi domandano quanto manca all'inizio della gara, per loro è il momento più bello della giornata a cui pensano dalla domenica precedente: la palla che viene alzata, la si conquista e si GIOCA.

Wannes

lunedì 13 ottobre 2014

...il rosa è un bel colore....

Dopo tante partite, finalmente ci coloriamo di rosa. E non parliamo del giro d'Italia,  e neppure della Gazza... abbiamo vinto la nostra prima partita, precisamente contro Fulgor Omegna.
E' inutile dire che quando si vince si sta meglio, ma il nostro compito è quello di vedera la prestazione a 360 °, od almeno aprovare a farlo.
Le premesse non erano buonissime. Per prima cosa sono totalmente ignorante sui valori che il campionato offre, il livello delle avversaie. Inoltre , come già ripetuto fino alla noia, la squadra non fa una partita in allenamento da moltissimo tempo. Per non farci mancar nulla, il numero degli infortunati sale a 4, con Tommaso che dovrebbe riposare. Quindi... il pessimismo pre gara era abbastanza alto.
Per fortuna e bravura dei ragazzi, incominciamo la partita con, per dirla alla Velasco "gli occhi della tigre", ed incanaliamo la gara per il verso giusto. La cronaca dice che vinciamo largamente, ma questo, pur facendo piacere, interessa sino ad un certo punto.
Tante le luci ed anche le ombre.

La cosa che mi è piaciuta maggiormente è l'idea di cercare di essere :
1) ATTENTI a quel che succedeva ;
2) PRONTI ad agire e reagire;
3) PROPOSITIVI nel fare cose anche diverse.

L'ATTENZIONE è indubbiamente una di quelle cose che possono essere allenate quotidianamente; dalle piccolissime cose ( le file ?) sino ad arrivare a ciò che poi definiamo meglio come "CONCENTRAZIONE". Il passo è lungo, ben disteso, ma raggiungibile.
La PRONTEZZA è a mio avviso dote un po "naturale" ma anche indotta attraverso l'esperienza. Il riconoscere situazioni fa essere molto più pronti.
Siamo stati PROPOSITIVI soprattutto nel gioco senza palla. Non occorre pensare ad un gioco di 1c1 senza palla finalizzato esclusivamene alla realizzazione di un canestro. Un esempio per ciò che intendo è,  una azione a tutto campo, con buon ritmo, in cui vi è un giocatore situato nell'angolo lontano della metà campo di attacco, con il palleggiatore che si trova impegnato con la palla nella propria di metà campo; l'angolo esegue un taglio verso il centro e riceve un facile passaggio. Questo modo ti giocare, occupando spazi diversi nei tempi corretti, facilita il gioco di squadra non "schematizzato" ed ha grandissimi benifici per ciò che io definisco "conoscenza del gioco". Faccio quel taglio perchè il gioco mi dice che è corretto farlo.
Lo so lo so...è un lavoro che probabilmene va fatto prima...ma chi se ne frega..stiamo allenandoci su questo..vogliamo conoscere il gioco e poi verrà, se riusciremo, il resto, con blocchi, pick & roll, difese a zona e tutto quello che è la pallacanestro. Ora stiamo imparando questo, e ci stiamo riuscendo tutto sommato.
Il percorso di crescita non può che passare attraverso esperienze che fortifichino le abitudini corrette e che ne creino altre nuove ed efficaci.... ma ovviamente...come il grandissimo Ettore ha recentemente detto ...il tutto passa dalla tecnica...

Wannes

venerdì 10 ottobre 2014

...la caviglia che non tiene...

Alle porte della seconda giornata, mi presenterò ad Ornavasso, contro la Fulgor Omegna, con ben 5 settimane di allenameto in cui non si è fatto il 5c5. Mi direte... Ci sono talmente tante cose da fare...
Ovviamente è vero; alla fine, in un allenamento, la parte della partita durerà 20/30 minuti..poco in confronto alle 2 ore complessive...
Però manca qualche cosa... manca quello per cui i giocatori vengono ad allenarsi, manca la partita dove, in un gioco di squadra, è l'emento fondamentale.
Se parlassi da coach super serio, potrei affermare che non possiamo accedere alla parte di verifica dell'allenamento, in cui possiamo effettivamente capire quali sono i miglioramenti, tecnico/tattico individuali e di squadra, manca il capire se i ragazzi migliorano la comprensione del "gioco" e soprattutto mancano tutti quegli aspetti che solo in una partita puoi allenare; tempi, spazi reali, mentalità e tutti gli aspetti psicologici.
Sarà mica poco questo....
Ed inoltre... tutto quello che c'è prima avrà tempi diversi, ripetute diverse, esercizi ed esercitazioni limitate in confonto ad un allenamento in cui si è al completo.Alla lunga tutto questo è persicoloso ....
E quindi come ovviare ? beh...avevo pensato di fregarmene di progressione didattica, struttura dell'allenamento in modo convenzionale ecc..ecc..quindi , un bel riscaldamento ( poco intenso ehhh.... non vorrei infortuni..) ma, udite udite, la sfortuna vuole che nella palla a due l'ennesimo giocatore si "scaviglia", quindi.....andiamo di 4vs4...
Questa situazione, paradossale quasi, mi fa sorridere da un certo punto di vista ed arrabbiare da MOLTI altri...
Secondo Voi, come ci si dovrebbe comportare in situazioni simili ?
Io una idea ce l'ho, anche molto precisa, ma non collima con molte altre e quindi si va avanti così.
L'unica cosa è fare un grande applauso ai miei giovani giocatori. malgrado le caviglie doloranti, ginocchia infiammate, sono sempre presenti e soprattutto ci provano! Bravi.
Quindi, noi, il campionato lo stiamo già vincendo...

Wannes

martedì 7 ottobre 2014

...P.A.O. o non P.A.O. questo è il dilemma!!!

A cosa servono i P.A.O ?
Facciamo prima un passo indietro;  per P.A.O. s'intende "Programma Aggiornamento Obbligatorio", ai quali tutti gli allenatori (tranne rare categorie) devono partecipare al fine di accumulare crediti, raggiungere quindi un punteggio (a seconda del livello), senza il quale la stagione successiva non si potrebbe avere la possibilità di andare in pachina durante le partite.
Un sistema nato qualche anno fa, quando, quasi per magia, ci si è accorti che gli allenatori non erano sufficientemente preparati.
Agli ormai obsoleti "clinic"(che nostalgia....), ovvero le lezioni di aggiornamento/istruzione, tenute liberamente e  felicemente dai migliori allenatori, vi partecipavano pochissime persone. Non vi era quindi un approfondimento di tematiche, o non venivano portati a conoscenza nuovi pensieri, tecniche , tecnologie ed altro; in altri casi, semplicemente, solo pochi eletti potevano ricevere queste nozioni. Non c'era internet, le e-mail non esistevano così come Youtube.
Ci si è quindi inventati questo modo di far formazione, poi variato, implementato , strutturato in modo diverso nel corso degli anni, ma portandosi dietro sempre molte lacune.
Ad oggi, i P.A.O, che tra l'altro devo persin tenere (pensate voi...), consistono in un incontro di ben 3 ore, con solitamente tre diversi relatori, spesso di aree di competenza diversa. Uno straziosi per i relatori, sia per gli uditori obbligati nel poco tempo libero a sorbirsi notizie di cui a molti non interessa. Perché è anche questo il problema ...NON INTERESSA.
Tra i tanti problemi che strutturalmente hanno i P.A.O ve ne sono, a mio avviso , almeno due di grande rilevanza.
Il più importante è che non esiste alcuna forma di interazione, confronto, delucidazione ed approfondimento tra il relatore e l'uditore. Questo perchè fisicamente non è possibile. I tempi sono ristretti, relatori che scalpitano di finire il proprio intervento, uditori che scalciano e sbuffano sperando nella fine della giornata... e li comprendo.
La formazione, in questo modo, è assolutamente unilaterale, fraintendibile e probabilmente molti concetti non passano in modo corretto. Sono anni , molti ormai, in cui il settore squadre nazionali, con tutto il C.N.A. ci martellano domandandoci di formare giocatori :
- AUTONOMI ;
- EQUILIBRATI;
- PREPARATI;
- PENSANTI
ma poi dall'altra parte la formazione è UNILATERALE e non opportunamente CONDIVISA, anzi inoltrata (ed è il termine a mio avviso corretta) senza dar possibilità di essere capita a fondo.
Il secondo punto è il livello dei P.A.O. Come in tutti i contesti vi sono allenatori più o meno bravi e preparati, di recentissima formazione, quindi inesperti, di alto livello ecc..ecc..ecc...
Tutti gli allenatori sono obbligati a partecipare a queste lezioni e capita sovente che queste non siano del livello di chi ascolta; in un senso o nell'altro.
Come fare quindi per ovviare ad entrambi i problemi (e tutti gli altri ) ?
Mi vien da dire, ELIMINARE I P.A.O.
La formazione, oggi, con tutti i mezzi che abbiamo a disposizione, può essere AUTO GESTITA. Chi partecipa ad una lezione esclusivamente per raggiungere il punteggio, lo fa con spirito negativo, non pronto ad imparare. I coach che devono assistere a lezioni di un livello non appropriato non hanno voglia di parteciparvi. Tre ore imposte, ad ascoltare, sono uno strazio. Non si ha la possibilità di approfondire, domandare, di essere interessato.
Se voglio imparare, utilizzerò quel tempo a parlare con un allenatore, guardando il suo allenamento, riempiendolo di domande, interessandomi, studiando e sperimentando.
Le nozioni buttate li tanto per  non creano cultura, creano stanchezza, sono demotivanti, lontani da tutto quello che alla fine vogliamo insegnare ai ragazzi.

Wannes

domenica 5 ottobre 2014

.....la prima non si scorda mai....

La stagione entra nel vivo, con la eccitazione che aumenta ogni anno. La curiosità di vedere quanto i ragazzi migliorano, o almeno quanto ci provano. Iniziano i campionati, suonano le trombe, lo start, si parte.
Domenica,oggi, la prima partita e vorrei che anche la mia squadra sentisse quella voglia dentro di provare a vincere, di confrontarsi contro altri coetanei, in questo caso Ivrea.
La domanda è , siamo pronti ? Forse si , forse no. Non siamo così bravi da entrare in campo con la sicurezza di vincere la partita , ma siamo così forti da provarci.
Ci siamo dati piccole regole, che vanno dalla "pulizia", "al rispetto degli arbitri", regole che, a mio avviso, vanno al di la del rettangolone... Allora assimiliamole e facciamole nostre queste regole, utilizzandole per arrivare ad un risultato che non sarà positivo esclusivamente se il referto sarà rosa.
Scendiamo in campo, col sorriso, ma quando vi sarà la palla a due, la nostra espressione dovrà cambiare. Arrabbiati ? No...Cattivi ? No...e quindi ? la nostra espressione sarà quelli di chi, in modo onesto proverà a vincere...
Dimenticavo....si gioca DURI IN DIFESA, COL SORRISO IN ATTACCO...
Si parte, via alle danze, via alla prima palla a due...

Wannes