martedì 7 ottobre 2014

...P.A.O. o non P.A.O. questo è il dilemma!!!

A cosa servono i P.A.O ?
Facciamo prima un passo indietro;  per P.A.O. s'intende "Programma Aggiornamento Obbligatorio", ai quali tutti gli allenatori (tranne rare categorie) devono partecipare al fine di accumulare crediti, raggiungere quindi un punteggio (a seconda del livello), senza il quale la stagione successiva non si potrebbe avere la possibilità di andare in pachina durante le partite.
Un sistema nato qualche anno fa, quando, quasi per magia, ci si è accorti che gli allenatori non erano sufficientemente preparati.
Agli ormai obsoleti "clinic"(che nostalgia....), ovvero le lezioni di aggiornamento/istruzione, tenute liberamente e  felicemente dai migliori allenatori, vi partecipavano pochissime persone. Non vi era quindi un approfondimento di tematiche, o non venivano portati a conoscenza nuovi pensieri, tecniche , tecnologie ed altro; in altri casi, semplicemente, solo pochi eletti potevano ricevere queste nozioni. Non c'era internet, le e-mail non esistevano così come Youtube.
Ci si è quindi inventati questo modo di far formazione, poi variato, implementato , strutturato in modo diverso nel corso degli anni, ma portandosi dietro sempre molte lacune.
Ad oggi, i P.A.O, che tra l'altro devo persin tenere (pensate voi...), consistono in un incontro di ben 3 ore, con solitamente tre diversi relatori, spesso di aree di competenza diversa. Uno straziosi per i relatori, sia per gli uditori obbligati nel poco tempo libero a sorbirsi notizie di cui a molti non interessa. Perché è anche questo il problema ...NON INTERESSA.
Tra i tanti problemi che strutturalmente hanno i P.A.O ve ne sono, a mio avviso , almeno due di grande rilevanza.
Il più importante è che non esiste alcuna forma di interazione, confronto, delucidazione ed approfondimento tra il relatore e l'uditore. Questo perchè fisicamente non è possibile. I tempi sono ristretti, relatori che scalpitano di finire il proprio intervento, uditori che scalciano e sbuffano sperando nella fine della giornata... e li comprendo.
La formazione, in questo modo, è assolutamente unilaterale, fraintendibile e probabilmente molti concetti non passano in modo corretto. Sono anni , molti ormai, in cui il settore squadre nazionali, con tutto il C.N.A. ci martellano domandandoci di formare giocatori :
- AUTONOMI ;
- EQUILIBRATI;
- PREPARATI;
- PENSANTI
ma poi dall'altra parte la formazione è UNILATERALE e non opportunamente CONDIVISA, anzi inoltrata (ed è il termine a mio avviso corretta) senza dar possibilità di essere capita a fondo.
Il secondo punto è il livello dei P.A.O. Come in tutti i contesti vi sono allenatori più o meno bravi e preparati, di recentissima formazione, quindi inesperti, di alto livello ecc..ecc..ecc...
Tutti gli allenatori sono obbligati a partecipare a queste lezioni e capita sovente che queste non siano del livello di chi ascolta; in un senso o nell'altro.
Come fare quindi per ovviare ad entrambi i problemi (e tutti gli altri ) ?
Mi vien da dire, ELIMINARE I P.A.O.
La formazione, oggi, con tutti i mezzi che abbiamo a disposizione, può essere AUTO GESTITA. Chi partecipa ad una lezione esclusivamente per raggiungere il punteggio, lo fa con spirito negativo, non pronto ad imparare. I coach che devono assistere a lezioni di un livello non appropriato non hanno voglia di parteciparvi. Tre ore imposte, ad ascoltare, sono uno strazio. Non si ha la possibilità di approfondire, domandare, di essere interessato.
Se voglio imparare, utilizzerò quel tempo a parlare con un allenatore, guardando il suo allenamento, riempiendolo di domande, interessandomi, studiando e sperimentando.
Le nozioni buttate li tanto per  non creano cultura, creano stanchezza, sono demotivanti, lontani da tutto quello che alla fine vogliamo insegnare ai ragazzi.

Wannes

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