venerdì 2 gennaio 2015

IL CORAGGIO...

Anno nuova vita nuova...qualcuno affermava....ma sarà poi così vero ? Il termine dell'anno, se ci pensiamo, è solo una pura invenzione dell'uomo, il quale, per dar delle regole, ha deciso che quel giorno d'inverno( qui da noi...) coincidesse con la fine di un "tempo", e subito dopo, malgrado la "stagione" non sia terminata, ne iniziava uno nuovo.
Tra favole, superstizioni varie, siamo arrivati ad aggrapparci a quel giorno, per immaginare che indichi la fine di ...non so decidetelo voi di che cosa ....
Il fatto inconfutabile è che la mia vita, scandito l'ultimo suono del 2014 , non è variata...avevo l'influenza prima e ce l'ho ancora oggi....un po cinico, lo so, ma occorre essere anche realisti e meno sognatori.
Camminando per strada, la mia prima uscita ufficiale del 2015 ( lo ammetto, ho scritto 2014...) con Oliver (3, dico, 3 maglie...e chi mi conosce sa cosa intendo...), assaporando l'aria fredda che mi sfiorava il viso, con il Sole che dava quella fantastica luce, il cielo di un azzurro che poche volte lo si vede dalle mie parti, ho incrociato lo sguardo di un giovane uomo. Era seduto su una panchina, con la testa bassa. Probabilmente ha "percepito" il mio sguardo, nascosto dagli occhiale da sole. Ha alzato il capo guardandomi. Era un ragazzo emigrato da chissà quale paese dell'Africa, ben vestito, con uno sguardo che mi ha colpito. Mi ha fissato per qualche istante e poi è ritornato nella sua posizione, le mani che si tengono, la testa che guarda verso il basso. Ho provato ad immaginare a cosa stesse pensando. Forse solo una giornata storta o la preoccupazione di trovare degli euro per mangiare. Forse il rammarico di aver litigato con la fidanzata o con il capo .. In realtà il Suo mi sembrava uno sguardo di solitudine...di un uomo che si sente lontano da chi gli vuole bene, di un uomo che vorrebbe trovarsi in un altro posto, con altre persone , ma non può. Non so perché ho pensato a questo. Forse, tutto sommato, è la cosa più semplice da scrivere, pensare, ma , boh, è quello che ho percepito.  Avrei voluto tornare indietro, giuro, e domandargli come andava, ma non ho avuto il coraggio. Si, perché anche nei piccoli gesti ne occorre di coraggio... Non temevo un " fatti i cavoli tuoi"per dirla bene, o non so cosa. Temevo di doverlo consolare...inventando poi delle false motivazioni, delle false illusioni o speranze. Cosa potevo offrirgli ? La mia amicizia ? Il mio appoggio ? L'amicizia non la si da così e non la si vuole così e del mio appoggio non se ne sarebbe fatto nulla...
Ho proseguito per la mia strada pensando a tutte quelle persone che si sentono sole... non è stato bello.
Mi ha distolto da questo Oliver abbaiando quasi per svegliarmi....
Io non so se quel giovane uomo stesse veramente pensando a quello che ho scritto, forse la mia immaginazione ha fatto troppa strada. Ho capito però a quanto, alla fine, sono debole....a non provarci neppure a domandare come stava... Non mi fa onore... Non vorrei che ciao fosse una prossima volta, ma ahimè, risarà...e forse riuscirò ad essere più coraggioso , a provarci almeno...

Wannes

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